Nome di battaglia "Morrista".
Prestò servizio militare in artiglieria a Padova dal 26.8.1943 allʼ8.9.1943.
Militò nella 9.a brigata S. Justa.
Nellʼagosto 1944, con un gruppo di 20 uomini, guidati da Guido Cremonini, si portò nella zona di Marzabotto operando di concerto con la brigata Stella rossa Lupo.
Il 14.9.1944 rimase ferito su Monte Silvestro da una raffica di mitra tedesca sparatagli mentre era in corso il bormbardamento aereo su Lama di Reno.
Inoltratosi con i compagni nel bosco, sfuggì alla cattura.
Per la gravita della ferita - la pallottola gli aveva perforato un polmone - fu trasportato su una barella a casa di Armando Bernardi,
dove ricevette le prime cure dal dottor Gino Nucci.
Successivamente fu trasferito in casa di Ruggero Ferretti.
Per la presenza dei nazifascisti nella zona, fu condotto in casa Caprara dove era alloggiata lʼinfermeria della brigata Stella rossa Lupo.
Il 29.9.1944, con lʼinizio della strage di Marzasbotto, si portò con un gruppo di partigiani su Monte Sole, e, nonostante le sue precarie condizioni fisiche, collaborò alla difesa della postazione.
Abbandonato Monte Sole, si rifugiò nel canalone di Monte Salvaro e fino al 12.11.1944 rimase nella zona di Lama di Reno.
Nel tentativo di raggiungere Bologna, venne catturato in località Cervetta (Sasso Marconi).
Ammalatosi di tifo il 6.12.1944 venne ricoverato nellʼospedale S. Orsola (Bologna) da dove fuggì portandosi a Zola Predosa.
Qui collaborò con la 63.a brigata Bolero Garibaldi.
Nel marzo 1945, su delazione, venne rastrellato dai tedeschi e trasferito prima nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna) e
successivamente nella caserma delle SS di via S. Chiara, dove fu a lungo interrogato.
Venne liberato il 21.4.1945.
Riconosciuto partigiano, con il grado di tenente, dallʼ8.6.1944 alla Liberazione.